La costruzione di un archivio fotografico partecipato “dal basso”, come vuole essere Album San Lorenzo, necessita di una presenza costante e attiva sul territorio e di una comunicazione efficace. Raccogliere un corpus di fotografie storiche a partire dagli album privati di chi vive o ha vissuto un quartiere, significa prima di tutto imparare a costruire relazioni fondate sulla condivisione.
Si può dire che
Album San Lorenzo sia stato quindi per buona parte un lavoro relazionale, fatto di incontri, di ascolto e di attenzione nei confronti della memoria di luoghi e persone.
Dopo una prima fase di messa a punto delle metodologie da adottare per la realizzazione del progetto e di divisione di ruoli e responsabilità, un momento fondamentale è stato quello del censimento per individuare possibili donatori. Censire una realtà territoriale variegata come quella di un quartiere di una grande città come Roma è stato complicato, ma ci ha portati a scoprire e conoscere attività commerciali e sociali storicamente presenti nel tessuto di San Lorenzo. Abbiamo conosciuto un volto diverso del quartiere che ospita le sedi in cui si svolgono i nostri studi, ma che spesso ci limitiamo ad attraversare distrattamente. Il quartiere di chi lo abita e lo anima, di chi ne conserva con cura e con orgoglio la memoria, di chi ne conosce e ne subisce le difficoltà e le contraddizioni, di chi è stato ed è ancora attivo nello sforzo di renderlo vivibile per la collettività.
Quando il progetto ha preso avvio, nel marzo del 2021, purtroppo ci siamo trovati in un momento delicato dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che ha comportato restrizioni e chiusure. Le attività di Album San Lorenzo sono andate avanti da remoto e si è lavorato in particolare sulla costruzione di una campagna di comunicazione gestita attraverso la stampa e i social media, con l’apertura di una pagina dedicata su Instagram e su Facebook. Se l’entusiasmo non si è spento, sicuramente il lavoro è stato complicato e rallentato dall’andamento della pandemia. La presenza nel quartiere e l’incontro dal vivo con le persone, essenziali in progetti di questo tipo, per diverso tempo non sono stati possibili. Con il migliorare della situazione pandemica e l’affievolirsi delle restrizioni, abbiamo ricominciato a prendere contatto con gli abitanti interessati a partecipare ad Album San Lorenzo, trovando delle modalità di incontro in sicurezza.
Le attività più efficaci a livello comunicativo in questa fase sono state quelle informali e dirette, come il volantinaggio, il passaparola, la pubblicazione di un articolo dedicato al progetto da parte di Rolando Galluzzi su “Zi’ Lorenzo” (il giornale del quartiere) e l’istituzione di un punto di raccolta e digitalizzazione “istantanea” delle fotografie a Piazza dei Sanniti.
Questo momento di effettivo lavoro “sul campo” e di relazione costruttiva con la comunità sanlorenzina si è concretizzato anche in una serie di incontri con gli studenti dell’Istituto comprensivo Giosuè Borsi, organizzati grazie alla collaborazione della prof.ssa Iole Falco. Il lavoro con la scuola, progettato e realizzato da Arianna Antoci, Chiara Graziani e Giulia Tagliaferri come attività “collaterale” di Album San Lorenzo, è consistito in un’introduzione alla storia della fotografia e in un percorso sull’evoluzione della moda e del costume attraverso l’analisi di fotografie provenienti dagli album di famiglia degli studenti.
Anche l’attività di costruzione vera e propria dell’archivio, attraverso la catalogazione e l’archiviazione del materiale fotografico raccolto e digitalizzato, è stata possibile grazie all’interazione e al dialogo con i donatori. Ogni singola fotografia è infatti portatrice di una molteplicità di informazioni che, senza il coinvolgimento attivo di colui a cui appartiene, sono destinate a perdersi. La storia orale e la memoria privata sono state fondamentali nel ridare voce alle immagini fotografiche, permettendoci di datarle, di indicare luoghi, eventi e persone documentate.
L’ultima, fondamentale, fase di Album San Lorenzo è stata quella della restituzione – in primis alla comunità del quartiere – del lavoro che abbiamo costruito insieme, attraverso l’allestimento di una mostra presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC) della Sapienza e la creazione di questo portale che raccoglie e rende accessibili tutte le fotografie archiviate finora.