La mostra non si propone di mettere in relazione l’opera di Italo Calvino con dei fotografi per tentare d’illustrarne il contenuto. Piuttosto, il suo intento è quello di offrire alla riflessione dei visitatori una varierà di fotografie, appartenenti a dei generi differenti, partendo dal punto di vista calviniano sull’arte visiva e in particolare dal posto ambiguo che l’autore di L’avventura di un fotografo accorda alla fotografia.
L’esposizione di opere fotografiche di Eugène Atget, Bernard Plossu e Damien Darchambeau, e delle collezioni di fotografie scientifiche del Cnrs Images, dell’Institut Pasteur Paris, e dell’École Française de Rome, indica fino a che punto la soggettività e l’oggettività fotografiche siano mischiate e si fondano – che si tratti d’arte o di scienza – raggiungendo così il proposito letterario di Calvino, che ha così bene accordato immaginario e realtà.
Il giorno dell’inaugurazione il professor Giorgio Patrizi ha tenuto l’intervento Calvino e la fotografia.