Contestualmente alla mostra retrospettiva dedicata a Valeriano Ciai dal Museo di Roma in Trastevere, il MLAC ne espone una selezione di incisioni e tempere, documentandone la produzione grafica. Qui ritroviamo i temi cari all’artista e da lui continuamente riproposti in infinite variazioni: nudi, figure umane desolate, paesaggi urbani (in particolare di Roma) e aeroporti. L’incisione, prevalentemente calcografica, accompagna l’artista nel corso della sua intera carriera: il bianco e nero trasforma in segno i valori tonali, così attentamente graduati nella pittura, mediante un’accorta modulazione della quantità luminosa; il tracciato della pennellata si traduce in effetti di intermittenza assai caratteristici e originali nel contesto dell’arte romana contemporanea.
Nelle incisioni più antiche, risalenti agli anni Sessanta, il segno è più sottile, più attento agli effetti chiaroscurali, e gli oggetti sono spesso suggeriti “a risparmio”, si ritagliano cioè in bianco su un complesso sfondo di grigi. Più tardi il segno si fa più forte e netto e l’immagine vive di una più risentita alternanza di bianchi e neri, quasi che ora l’artista voglia sottolineare una qualità ritmica del segno e tradurre nelle incisioni la maggior regolarità di tocco acquisita nella pittura.
Le poche tempere che si espongono accanto alle incisioni servono non soltanto a dare al pubblico un’idea delle gamme di colore presenti nella pittura di Ciai in fasi diverse della sua vita, ma anche a evidenziare, in un mezzo che non ha la presenza materica della pittura a olio, alcune qualità di tocco e andamento della pennellata dell’artista.