Il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza è lieto di presentare Forme del sentire, mostra personale di lavori recenti dello scultore Stefa.
Il titolo suggerisce l’importanza che attualmente riveste nella poetica dell’artista la riflessione su quell’invisibile risonanza emotiva, caratteristica degli esseri umani, che si innesca nella relazione empatica. Le opere di Stefa per sollecitare questo tipo di reazione negli spettatori si fondano dunque sulla combinazione dell’aspetto visivo, tattile e acustico. L’esplorazione di questo intreccio sensoriale è evidente nell’opera collettiva Piano di curve sonore, realizzata in collaborazione con il musicista Edoardo Maria Bellucci e il filosofo Federico Capitoni, presentata al MACRO di Roma nell’aprile del 2019 e qui riproposta. Questa scultura, realizzata in legno, ferro, acciaio armonico, ghisa e bronzo, si attiva grazie all’intervento dello spettatore, producendo suoni. L’opera non nasce con l’intento di creare un nuovo strumento musicale, ma si offre come un esempio concreto del sincretismo tra diverse forme d’arte, in grado di coinvolgere lo spettatore, sollecitandone la partecipazione empatica.
L’esplorazione di questa poetica continua nella serie di sculture Membrane. Il termine fa riferimento alla biologia umana, e con le sue superfici vibranti di marmo evoca la membrana per eccellenza: la pelle. Si tratta di piccole e sottili porzioni di marmo, ad alcune delle quali vengono applicati microfoni a contatto, amplificati da un sistema elettroacustico capace di rendere udibili le microvibrazioni prodotte dal tocco dei visitatori. Per effetto della forma e della densità di materia propria dei diversi marmi, le Membrane potranno emettere un suono nella coincidenza dell’avvenuto contatto con la superficie scolpita.
L’interesse di Stefa per il mondo scientifico si riscontra anche in Cellule cigliate, lavoro che deve il nome al gioco di parole tra le ciglia degli occhi e le cellule ciliate, i recettori sensoriali del corpo umano responsabili del nostro equilibrio nello spazio. L’opera evidenzia tale funzione e permette allo spettatore una percezione alternativa degli altri, attraverso elementi fluttuanti immersi in un unico fluido vitale che ci comprende insieme inevitabilmente.
Sculture volumetriche propone un medesimo sperimentalismo percettivo. Qui le opere si sottraggono alla vista, coperte da stoffe che impediscono la fruizione tradizionale delle forme scolpite. Le stoffe coprenti hanno forma conica, come i recettori retinici presenti nel nostro occhio, in riferimento a una visione che in questo caso è ostacolata. Con questo stratagemma l’artista invita lo spettatore a fare esperienza soltanto attraverso il senso del tatto, lasciando che sia questo a “dare forma” alla materia celata al di sotto dei drappi.
Forme del sentire si potrebbe definire una mostra tattile e sonora che ripropone quella interattività capace di eludere il visibile per esplorare la materia scolpita e il suo aspetto sonoro.
La mostra è realizzata in collaborazione con SpazioArte SU Gallery e dell’Università dei Marmorari.