L’esposizione parte dalla premessa che la scelta da cui prende avvio l’artista è la medesima del filosofo: contestare l’ovvietà di ciò che è già dato. Il filosofo pensa al di là dello status quo e l’artista è colui che genera altre visioni, ridisegnando il comune rapporto con l’immagine. In tal modo, tanto l’agire filosofico quanto quello artistico si occupano di esplorare possibilità al di fuori del già ottenuto, partendo tuttavia proprio dall’osservazione delle cose quotidiane.
Contestare l’ovvio intende mettere a fuoco la decolonizzazione dell’immaginario che solo l’arte può operare, sottolineandone l’importanza simbolica all’interno di una contemporaneità confusa come la nostra.
Le opere in mostra non hanno la presunzione di instaurare un legame con un unico tema, ma si pongono l’obiettivo di mettere in scena e affrontare il titolo stesso, Contestare l’ovvio.
Il 9 novembre, nell’ambito dell’esposizione, si terrà una lezione-performance di Cesare Pietroiusti sul tema dell’ovviare.