Il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea è lieto di annunciare Complessità. sostantivo plurale, esposizione collettiva a cura di dionæa.
Rileggendo in chiave metaforica la centralità del Museo all’interno della Città Universitaria, la mostra vuole riflettere sulla specificità della ricerca artistica in relazione alle altre discipline del sapere. Per questo motivo, sono state messe in dialogo le visioni di sette artisti giovani e mid-career, protagonisti della scena contemporanea italiana e internazionale, il cui percorso si è contraddistinto per lo sconfinamento fra le discipline come metodo e oggetto d’indagine: Antonio Della Guardia, Federica Di Carlo, Federica Di Pietrantonio, Maria Di Stefano, Alessandra Ferrini, Valerio Rocco Orlando, Polisonum.
Il titolo dell’esposizione allude alla complessità degli universi di senso messi in atto dalle opere degli artisti e alla complessità così come intesa nella teoria del sociologo francese Edgar Morin: se «noi siamo educati a una iper-semplificazione, che scarta tutto ciò che non rientra nello schema della riduzione, del determinismo, della decontestualizzazione» (E. Morin, La sfida della complessità, 2017), allora la complessità è la sfida che abbiamo di fronte.
Partendo dall’idea che la complessità è uno strumento di analisi e di comprensione di ogni aspetto riguardante la nostra vita, va ad affermarsi negli anni Ottanta del XX secolo un movimento trasversale che coinvolge le scienze nella loro interezza e che vede l’affermarsi di un approccio transdisciplinare, grazie al quale le diverse aree del sapere (quali la scienza, la fisica, ma anche l’antropologia, la pedagogia, etc) vengono messe in relazione ponendo in evidenza i collegamenti in essere fra loro, all’interno di un sistema totale senza confini stabili tra le discipline stesse.
In questo senso, la transdisciplinarità, non va intesa come una nuova disciplina in senso stretto, ma una nuova ‘attitudine’, un nuovo approccio intellettuale, culturale, pedagogico e operativo, per costruire conoscenza diversamente.
Le ricerche in mostra nascono da questa prospettiva obliqua, da visioni multidisciplinari: Antonio Della Guardia presenta disegni inediti che prendono origine dalla relazione fra le pratiche teatrali e le politiche del lavoro aziendale e incitano all’emancipazione dall’estetiche comportamentali del potere; Federica Di Carlo, attraverso la sua scultura, rievoca lo spazio astrale e la nostra connessione con esso, immaginando di poter raccogliere delle vere stelle cadenti; Federica Di Pietrantonio pone la questione della dimensione pubblica o privata dello spazio, adottando nelle sue pitture un linguaggio derivato delle nuove tecnologie; Maria Di Stefano, attraverso un racconto fotografico dedicato ai Sami, svela la dialettica tra identità ancestrale e contemporanea, tra globalizzazione e capitalismo culturale; Alessandra Ferrini riattiva il dato storico e la nostra consapevolezza attraverso una rilettura dello statuto dell’immagine manipolata o censurata del leader della resistenza libica Omar al-Mukhtar; Valerio Rocco Orlando sperimenta modelli alternativi di trasmissione del sapere, nati dall’attivazione di pratiche comunitarie condivise, che conducono alla nascita di opere eterogenee di cui le due fotografie in mostra; Polisonum, a partire dalla rielaborazione del Boléro di Ravel, indaga il rapporto tra organi uditivi e cervello, memoria e organizzazione dei suoni.
Complessità. sostantivo plurale propone quindi un discorso corale e polifonico, nel quale le opere tessono un dialogo tra loro, con lo spazio, con il fruitore, volto a far emergere la complessità come paradigma interpretativo multidisciplinare
In occasione della mostra sarà realizzata una pubblicazione dedicata all’esposizione, edita da DITO Publishing.
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