Questa personale ripercorre la carriera dell’artista Bianca Menna che, a partire dal suo esordio negli anni Settanta, decide di assumere un nome da uomo, quello per l’appunto di Tomaso Binga. Questa radicale scelta si pone come critica ai privilegi maschili vigenti nel mondo dell’arte. Centrali nel suo lavoro sono la poesia performativa e una riflessione sull’interscambio tra arte e scrittura.