Il Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea è lieto di presentare la mostra La Fototeca di Adolfo Venturi alla Sapienza, a cura di Ilaria Schiaffini e Maria Onori, che inaugurerà giovedì 22 novembre alle ore 17.30.
È questa la prima esposizione dedicata alle fotografie raccolte per esigenze di didattica e di ricerca da Adolfo Venturi, che nel 1901 ricoprì alla Sapienza la prima cattedra di Storia dell’arte in Italia e fondò la Scuola di Perfezionamento in Storia dell’arte. Sono presentate 46 stampe di grande formato provenienti dalla parte più antica del fondo: realizzate in buona parte con la pregiata tecnica al carbone e databili tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, riproducono opere soprattutto di pittura, ma anche di scultura e architettura rinascimentale. Si tratta della prima rivalutazione di un fondo unico tra le fototeche universitarie italiane di storia dell’arte per antichità e consistenza (circa 65.000 stampe fotografiche e 35.000 diapositive in vetro).
L’iniziativa, patrocinata dalla Fondazione Roma Sapienza, si inserisce in un momento di rinnovata attenzione nazionale e internazionale per gli archivi fotografici storici, che ha trovato l’anno scorso un punto di riferimento in Alfabeto fotografico romano, una esposizione curata da ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e ICG (Istituto Centrale per la Grafica) con esemplari dai principali istituzioni culturali della capitale, tra cui la Fototeca venturiana.
Le stampe furono commissionate da Venturi ai principali studi fotografici dell’epoca: domina la ditta alsaziana Braun, egemone sul mercato europeo dalla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, affiancata da Anderson, Alinari, Angerer, Moscioni, Vasari e altri. Le fotografie, conservate nell’Archivio Storico Fotografico dell’ex Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo, recentemente confluito nel nuovo Dipartimento SARAS (Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo), sono affiancate da una sezione documentaria con materiali d’archivio (ricevute di pagamento, taccuini, dispense, libretti delle lezioni, materiale didattico, edizioni fotografiche e di storia dell’arte) prestati dalla Biblioteca “Adolfo Venturi” dell’Istituto Superiore Centrale per il Restauro e da alcuni archivi e biblioteche del nostro Ateneo (Archivio Storico Sapienza, Archivio Lionello Venturi, Biblioteca Universitaria Alessandrina, Biblioteca Giulio Carlo Argan).
In occasione della mostra sarà presentato il volume La Fototeca di Adolfo Venturi alla Sapienza, a cura di Ilaria Schiaffini per Campisano Editore. Oltre al catalogo delle opere in mostra il volume raccoglie i risultati del lavoro di inventariazione e condizionamento del fondo Venturi durato quattro anni, compiuto insieme agli studenti, ai dottorandi e agli specializzandi dell’ex Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo.
Lo studio della fotografia di riproduzione nella mostra e nel volume ha consentito di ripercorrere il contributo dato da Venturi alla storia dell’arte, tanto più efficace e ramificato in relazione all’autorevolezza conquistata su tre fronti congiunti: come studioso al centro dei più aggiornati dibattiti internazionali sin dagli anni Ottanta dell’Ottocento, come funzionario di riferimento nel Ministero della Pubblica Istruzione per le questioni del catalogo e dei musei nazionali, come primo professore universitario di storia dell’arte. Nel concepire unitariamente la tutela del patrimonio, la ricerca scientifica e la formazione, Venturi identificò nel medium di recente invenzione un formidabile strumento di esattezza documentaria e verifica comparativa, che lo portò a sperimentare pionieristicamente l’uso massiccio della fotografia nella didattica e nell’editoria illustrata di settore.
Testi in volume di: Ilaria Schiaffini, Emanuela Iorio, Federica Delia, Benedetta Cestelli Guidi, Maria Onori, Loredana Lorizzo, Stefano Valeri. Schede di: Gloria Antoni, Camilla Ferrario, Emanuela Iorio, Gianluca Petrone, Maria Onori, Jessica Planamente, Maddalena Petruzzo, Kelly Galvagni, Ilaria Sanetti, Cristina De Santis e Francesco Spina.