Nata con intento di denuncia sociale, di protesta, per raccontare le realtà più difficili dei quartieri periferici della città o la loro storia, la Street Art è diventata col tempo un modo per riqualificare, e rendere meno grigi, proprio quei quartieri lontani dal centro storico.
Un’arte che con il tempo è diventata legale ed è arrivata ad un riconoscimento tale da dar vita a veri propri progetti. Ne è l’esempio Big City Life a Tor Marancia, promosso dall’associazione 999Contemporary, che ha portato alla realizzazione di 21 murales alti 14 metri dipinti sulle facciate delle case popolari. Dal 2010 il progetto M.u.Ro. avviato da David Vecchiato (in arte Diavù) e Giorgio Silvestrelli, che coinvolgeva artisti provenienti da tutto il mondo, ridava nuova vita a quartieri come Tor Pignattara o il Quadraro, dove a causa dei recenti avvenimenti di aggressione ai danni di Diavù, avvenuti durante il completamento di un lavoro, il gruppo ha firmato lo stop al progetto.
Ma è nel contesto di trasformazione dei muri della città, e nella volontà di avvicinare le persone all’arte, che si collocano Diamond e Solo, due noti esponenti della Street Art romana.
Attivo dai primi anni ’90 nel Writing con uno stile elegante e provocatorio al tempo stesso, Diamond conclude gli studi all’Accademia di Belle Arti. Nel 1998 è tra i primi a mettere in atto un importante passaggio dal Writing alla Street Art. Caratterizza le sue opere per le personali rielaborazioni delle stampe del periodo Liberty e dell’Art Nouveau: la Street Art e l’estetica pura si fondono per dare vita ad opere in cui predominano figure femminili incorniciate in forme e linee, arricchite da una grafia ricercata e dall’immancabile diamante, segno distintivo della sua personalità creativa multisfaccettata.
Per le sue prime opere lavora su carta adesiva, poi su poster, per poi tornare nuovamente ad operare su muro.
Il suo tratto inconfondibile è reso tale non solo dall’uso delle diverse tecniche, tra cui lo stencil e la mano libera, ma anche dai tanti strumenti utilizzati: spray, pennello, Bic, marker. La sua produzione artistica eclettica, i temi scelti, le scene intense ricche di simboli, sono frutto di una ricerca continua.
Negli ultimi anni, il lavoro di Diamond è stato ospitato in realtà istituzionali come il Macro e il Macro Pelanda (Museo di Arte Contemporanea di Roma).
Nel maggio 2013 si sono tenute due mostre: la prima al Museo di Roma in Trastevere, con la mostra A Ruina Resurrexit, e la seconda alla Galleria Varsi, dove la serie My Dear Old Bic lavoro svolto con penna a sfera su carta, dedicando per la prima volta una mostra alla sua grande passione per la penna Bic.
Laureato all’Accademia di Belle Arti con un’antologica sull’artista americano Ronnie Cutrone, Solo mette in luce la sua vera passione: la Pop Art, seguita da quella per fumetti, manga e cartoni animati. Le sue opere si caratterizzano per la presenza di supereroi umanizzati, inseriti cioè in contesti di vita quotidiana, con l’intento di ispirare ad andare avanti nonostante le difficoltà della vita. La produzione di Solo è varia e non si ferma alle opere murali realizzate nei quartieri di periferia, è affiancata a quella di tele esposte in diverse gallerie del mondo: Parigi, Praga, Berlino, Miami, Londra.
Nel 2014 partecipa alla collettiva Tracks al Macro curata da Achille Bonito Oliva, dipingendo un tram della linea 19. Nel 2015 organizza il “festival internazionale di poesia e street art” nel suo quartiere di origine, il Trullo, a Roma.
A Londra, sempre nel 2015, crea un progetto chiamato “Comics Parkour”, con il quale dissemina per la città vari murales di grandi dimensioni.
Forse proprio per i suoi soggetti e per il messaggio delle sue opere, Solo è stato anche scelto dalla nota casa di moda Valentino per celebrare la collezione “Wonder Woman Valentino” con live painting all’interno delle boutiques di Milano, Roma e New York. D’altronde Wonder Woman, prima eroina femminile della DC Comics, fu creata proprio per dare un modello alle donne che fosse capace di rivalorizzare le loro qualità e portare avanti le loro idee. Siamo quindi di fronte ad un artista completo che ha fatto delle proprie passioni il suo punto di forza, arrivando a creare un linguaggio universale che dà a tutti la possibilità di recepirne temi e messaggi.
I due artisti, e amici, collaborano spesso insieme e nel 2017 hanno partecipato al Satka Street Art Festival in Russia. I temi principali, ecologia e sfruttamento ambientale, non sono stati scelti a caso: Satka è una grigia cittadina industriale, cresciuta intorno a un giacimento di magnesite, vero e proprio teatro di sfruttamento delle risorse naturali.
Le opere dei due artisti fanno riferimento alla storia e alla cultura russa e sono state realizzate su due palazzi contigui, il volto di donna con casco da cosmonauta di Solo fa riferimento alla conquista dello spazio da parte dei russi ai tempi dell’URSS; Diamond si è invece ispirato ad una fiaba russa “I cigni selvatici” e ad una pioggia di meteoriti che pochi anni fa colpì la zona.
La Street Art, quindi, non è solo una questione di estetica o di abbellimento degli spazi urbani, a questo scopo di riqualificazione della città si unisce sempre una funzione sociale.
Ogni lavoro viene pensato, prima di ogni opera c’è studio, approfondimento e ricerca per far sì che essa sia strettamente collegata con il contesto urbano in cui viene realizzata.
Permette a tutti la fruizione gratuita dell’arte e si pone come spunto di riflessione soprattutto in quelle zone popolari e periferiche che vivono situazioni sociali ed economiche difficili.